Giovedì 6 giugno si è riunita la giuria del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri per scegliere i finalisti al Premio Strega 2019.
La giuria è stata composta da: Chiara Cappuccio, Donatella Danzi, Rachele Facchi, Vicente González Martín, Mirella Marotta, Alberto Ojeda, Aldo Olcese, Marco Nicassio, Ángel Villarino. Non presenti alla riunione Salvatore Bartolotta e Marco Trombetta che hanno comunicato il loro voto al Segretario della giuria Iñigo Moré.
La riunione è stata presieduta da Donatella Danzi, Presidente del Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri, e si è svolta nel Palacio de Altamira, sede dell’Istituto Europeo di Design di Madrid, con l’appoggio della Direttrice Giuseppina Lara e la presenza di Simona Bonamici, Elisabetta Murgia e Claret Pontier e di Martina Barca e Roberto More Danzi del Comitato di Madrid SDA.
Ha assistito alla riunione anche il giornalista italiano Mauro Bafile, Direttore di “La voce d’Italia”, il quotidiano degli italiani in Venezuela fondato nel 1950 da Gaetano Bafile.
I 12 libri in lizza per la LXXIII edizione del Premio Strega sono : Nero ananas (Voland) di Valerio Aiolli, Quella metà di noi (Perrone) di Paola Cereda, Il rumore del mondo (Mondadori) di Benedetta Cibrario, Di chi è questo cuore (La nave di Teseo) di Mauro Covacich, La straniera (La nave di Teseo) di Claudia Durastanti, Il risolutore (Rizzoli) di Pier Paolo Giannubilo, L’età straniera (Marsilio) di Marina Mander, Lux (Neri Pozza) di Eleonora Marangoni, Città irreale (Ponte delle Grazie) di Cristina Marconi, Fedeltà (Einaudi) di Marco Missiroli, Il figlio del secolo (Bompiani) di Antonio Scurati, Addio fantasmi (Einaudi) di Nadia Terranova.
Ogni giurato ha avuto l’occasione di esprimere il proprio punto di vista e di motivare la propria scelta.
Una prima osservazione è stata la comune presenza di Londra e della Gran Bretagna come ambientazione dei romanzi o provenienza degli autori stessi: il tema della Brexit, chiaramente, ha permeato anche le vite o la scrittura di molti degli autori in gara.
Durante la discussione c’è stato un lungo dibattito che ha contrapposto da un lato Lux della Marangoni e dall’altro Nero Ananas di Aliolli: la luce contro l’oscurità, figure semplici ma evocative di paesaggi di quiete contrapposte a scene di buio che attraversano gli oscuri meandri del potere. Alcuni giurati si sono così interrogati sul valore morale del loro voto e sulle necessità del nostro paese in tempi così incerti, sostenendo un bisogno di riportare luce all’Italia e dello scetticismo nel rivangare ancora ferite aperte della storia passata, come ad esempio, il fascismo e gli anni di piombo, temi trattati rispettivamente da Il figlio del secolo e Nero Ananas.
Nonostante ciò, la potenza evocativa della scrittura di Valerio Aliolli gli ha permesso a pieno titolo il primo posto, seguito a ruota da Lux di Eleonora Marangoni e da Il figlio del secolo di Antonio Scurati.
Questo voto costituisce le preferenze collettive del Comitato di Madrid che sono state trasmesse alla Sede Centrale della Società Dante Alighieri e che contribuiranno alla prima votazione per selezionare la cinquina dei finalisti al Premio Strega 2019. Dal 2009 la Società Dante Alighieri esprime uno dei voti collettivi che concorrono all’elezione della cinquina e del vincitore allo scopo di promuovere anche all’estero la conoscenza e la diffusione della letteratura italiana contemporanea. L’autore più votato dalla Dante riceverà in giugno a Roma un riconoscimento speciale e sarà ospite nei mesi successivi dei comitati coinvolti.
Ringraziamo il giornalista italiano Mauro Bafile, Direttore di La voce d’Italia
per l’articolo e il video realizzato.
Le foto sono di David Angulo
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